martedì, settembre 26, 2006

Esseri (a)tipici

Nell’atipicità, ognuno è veramente imprenditore di sé stesso e per non fallire ciascuno deve trovare la capacità di riconnettere le varie esperienze lavorative in un percorso dotato di senso.
La carriera si è trasformata in "percorsi di lavoro" caratterizzati da un susseguirsi di posizioni professionali, occupate nel tempo, che non seguono necessariamente un ordine.


"Per buona parte della storia gli uomini hanno accettato il fatto che la loro vita potesse trasformarsi di colpo a causa di guerre, carestie o altri disastri, e che per sopravvivere fosse necessario improvvisare. Il tratto caratteristico dell’incertezza attuale, invece, è il fatto che esiste senza che ci siano disastri storici incombenti. Al contrario, la sua esistenza è integrata nella vita quotidiana di un vigoroso capitalismo: si dà per scontato che l’instabilità sia normale."
(Richard Sennet, "L’uomo flessibile")


Il diario degli After!


Oggi ho trovato su repubblica.it una cosa che mi va di segnalare. No,no, non è l'articolo sul giudice di gara infilzato da un giavellotto (ma come cazzo fai a prenderti un giavellotto in un piede senza accorgertene?!?) ma il diario americano degli Afterhours, ovvero il diario scritto dal cantante durante la loro tournee negli States. Nonostante siano ormai abbastanza noti qui da noi, hanno pensato di fare il grande salto e provare a farsi conoscere nella patria del rock'n roll. E hanno anche ricevuto un popopopopopo dai White Stripes come complimento.... o quasi.
http://xl.repubblica.it/dettaglio/28661

La goccia

Fuori è già buio. E piove. Piove come Dio la manda. La sua stanza è illuminata solo da quella piccola lampada sulla scrivania. E' girata verso il muro,non fa luce diretta, ma solo di riflesso. La tiene cosi perchè a lui piace la stanza illuminata da luce soffusa. Ora è solo. Sta pensando. Ormai ha 30 anni e questo gli pesa. Forse sta cercando di capire quale sarà il suo destino per il prossimo futuro. O forse ha deciso finalmente d'andare a fondo sui perchè della vita. Probabilmente sta solo ripensando a quel rigore che ha sbagliato nella solita partitella di calcetto del venerdi coi colleghi di lavoro, che gli costerà una settimana di sfottò. In sottofondo c'è musica. Parte una canzone, "Running to stand still". Lui l'adora. L'ascolta sempre molto volentieri, soprattutto quando è solo, nei momenti di relax. Suscita in lui emozioni date da ricordi bellissimi, di attimi eterni. Ora il volto si distende. E il pensiero corre via....
Ad un tratto si scuote, accende il monitor del computer e si siede su quello scomodo sgabello ergonomico, che è buono per qualsiasi cosa meno che per tenerti la schiena dritta come dovrebbe. Lo sguardo cade per un attimo sulla tastiera. Nota qualcosa, una piccola macchia. Ma la tastiera è sotto il piano della scrivania. Allora gira la lampada per fare più luce e vedere meglio. Non è una macchia,ma una goccia. A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa ci fa una goccia sulla tastiera del computer? Questo si che è un gran dilemma! Forse sarebbe anche pronto a rispondere a domande sui perché della vita, ma di certo non lo è a vestire i panni del tenente Colombo. E' si, proprio non riesce a capire. Infatti lui è uno preciso, cosi tanto che non farebbe mai cadere una goccia senza accorgersene. Partono le supposizioni. Potrebbe esser una goccia d'acqua. Magari caduta accidentalmente dal bicchiere del suo coinquilino mentre stava utilizzando il suo computer.... O forse una lacrima. Si,una lacrima della sua amica venuta a trovarlo giusto dopo il pranzo per il caffè e che nel discorrere di alcuni argomenti s'era emozionata e commossa.... O forse... chissà... Decide di toccare la goccia col dito per verificarne la consistenza e intanto qualcuno bussa alla porta. Come d'abitudine, senza neanche girare lo sguardo verso la porta, dice "Avanti!". La porta si apre e Azaz entra dicendo "Che me vedi se m'ha finito er cd de Tori Amos che ho messo a scaricà prima?" E poi "E dato che ce stai, damme pure un fazzoletto che m'è venuto er raffreddore...."

venerdì, settembre 22, 2006

Esseri (dis)umani


La memoria del passato e la consapevolezza del presente sono le uniche condizioni per sfuggire alle trappole che potrebbero trasformarci in esseri disumani in via d’estinzione.


Non cedete a dei mostri, uomini che vi disprezzano, vi sfruttano, vi irreggimentano, vi dicono cosa fare, cosa pensare e cosa sentire! Che vi ammaestrano, vi affamano, vi trattano come bestie, vi usano come carne da cannone. Non vi consegnate a questi esseri disumani. Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore! Voi non siete macchine! Voi non siete bestie! Siete uomini! Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore! Voi non odiate! Gli aridi odiano, gli aridi e i disumani!
[...]
Voi, il popolo avete il potere, il potere di creare le macchine. Il potere di creare la felicità! Voi, il popolo, avete il potere di fare che la vita sia libera e bella, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questo potere, uniamoci tutti. Combattiamo per un mondo nuovo, un mondo decente che dia agli uomini la possibilità di lavorare, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose, dei mostri sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno! I dittatori liberano se stessi, e rendono schiavo il popolo. Combattiamo adesso per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo, per farla finita con muri e confini nazionali, per farla finita con l'avidità, l'odio e l'intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.

tratto da "Il discorso di un uomo"
1940 • The Great Dictator
Charles Spencer Chaplin (1889-1977)